Episodio 14 | Dialoghi sull’impresa sociale

Innovare l’educazione per la prima infanzia metodologie interattive e nuove tecnologie

di Maira Luordo, con la collaborazione di Riccardo Casella

L’avvento della tecnologia digitale ha trasformato radicalmente il paesaggio educativo, introducendo nuove modalità di apprendimento e insegnamento. Mentre le aule si arricchiscono di strumenti interattivi e le lezioni tradizionali si intrecciano con risorse online, emergono riflessioni profonde su come bilanciare efficacemente l’innovazione tecnologica con l’educazione classica. La sfida non è solo integrare la tecnologia in maniera produttiva, ma fare in modo che essa diventi un ponte verso un apprendimento significativo, soprattutto per i bambini in età prescolare, dai 3 ai 6 anni, un periodo fondamentale per lo sviluppo delle basi cognitive e sociali.

Affrontare il binomio digitale-analogico nel contesto educativo richiede un’attenta navigazione, valutando le opportunità offerte dagli strumenti digitali senza perdere di vista l’importanza delle interazioni umane e delle esperienze tangibili. La domanda che si pone è: come possiamo utilizzare la tecnologia per arricchire l’educazione, promuovendo allo stesso tempo uno sviluppo sano dei bambini?

La risposta a questa domanda richiede una collaborazione stretta tra educatori e famiglie, una condivisione di responsabilità nel creare ambienti di apprendimento che siano sicuri, stimolanti e inclusivi. Esplorare le metodologie interattive e le tecnologie in classe diventa quindi un’esplorazione congiunta, con l’obiettivo di preparare i bambini a diventare cittadini digitali consapevoli e competenti, pronti ad affrontare con curiosità e critica il mondo che li circonda.

L’insegnamento Interattivo

I nuovi strumenti introdotti dall’avanzamento tecnologico permettono di applicare metodologie interattive di insegnamento che coinvolgono attivamente gli studenti nel processo educativo. Così facendo vengono promosse tra gli studenti la partecipazione, la collaborazione, il pensiero critico e l’impegno. Questo approccio è diventato uno strumento potente nell’istruzione moderna, in contrasto con l’apprendimento passivo delle lezioni tradizionali. I materiali didattici interattivi possono essere più facili da comprendere e gestire durante l’apprendimento nella prima infanzia. L’insegnamento interattivo non è un metodo unico, ma emerge come un insieme di pratiche che seguono lo stesso approccio.

L’Inquiry-Based Learning (IBL) pone lo studente al centro del processo di apprendimento, stimolando la curiosità attraverso la formulazione di domande, l’esplorazione di argomenti e la ricerca di risposte mediante l’investigazione e il pensiero critico. L’IBL incoraggia i bambini a diventare piccoli ricercatori, promuovendo l’apprendimento attivo e la transmedialità. Questo metodo favorisce lo sviluppo di competenze critiche, la risoluzione di problemi e la collaborazione, conducendo a una comprensione più profonda e duratura della materia.

La Media Literacy-Based Methodology si concentra sull’insegnamento agli studenti delle competenze critiche e delle conoscenze necessarie per analizzare, valutare e navigare in modo efficace nel complesso mondo dei media e dell’informazione. L’alfabetizzazione mediatica incoraggia gli studenti a esaminare criticamente varie forme di media, inclusi articoli di notizie, video, pubblicità, social media e altro ancora.Gli studenti imparano così l’etica e le responsabilità della vita online, affrontando questioni relative alla privacy e al cyberbullismo, e acquisiscono strumenti utili per navigare in un mondo saturo di contenuti digitali.

Il Problem-Based Learning (PBL) e il Case-Based Learning includono diverse tecniche focalizzate sulla realizzazione pratica o sull’analisi di scenari e progetti di vita reale. Il PBL, in particolare, è un approccio educativo che consente agli studenti di lavorare su problemi o scenari del mondo reale. I bambini collaborano per trovare soluzioni e applicano le proprie conoscenze a situazioni pratiche, rendendo l’esperienza di apprendimento più significative e rilevanti.

Il Collaborative and Team-Based Learning consente ai bambini di lavorare in gruppi o squadre, condividendo idee, conoscenze ed esperienze per risolvere problemi o completare attività insieme. Il metodo prevede che i bambini prendano parte alle attività in coppie o in piccoli gruppi. L’apprendimento collaborativo può essere implementato in diverse materie e contesti educativi, per migliorare il coinvolgimento degli studenti e favorire una comprensione più profonda dell’argomento. Imparare in gruppo è una pratica fondamentale per lo sviluppo delle abilità comunicative e sociali dei bambini.

Il Project-Based Learning (PBL) è un approccio che spinge gli studenti a cimentarsi in progetti pratici a lungo termine che richiedono pianificazione, ricerca e creatività, per arrivare a prodotti finali tangibili. I progetti possono spaziare dall’agricoltura all’imprenditoria, dall’arte alla scienza, la forza del PBL sta proprio nella sua versatilità.

Il metodo Flipped Classroom, letteralmente classe capovolta, inverte il modello classico di insegnamento, spostando le attività e le lezioni tradizionali fuori dall’aula, mentre le attività interattive e collaborative si svolgono durante l’orario scolastico. 

In una classe capovolta gli insegnanti possono utilizzare mappe concettuali o mentali collaborative, forum di discussione online o gruppi di social media per facilitare le discussioni pre-lezione e le domande sugli argomenti proposti. Gli educatori possono anche condividere lezioni video o materiale extra che copre i contenuti principali e condividerli con gli studenti prima della lezione.

Nel Game-Based Learning (GBL) il gioco viene incluso nel processo di apprendimento per coinvolgere gli studenti e insegnare loro concetti e abilità ma anche per migliorare le loro capacità di problem solving. Nel GBL i contenuti educativi sono integrati negli scenari di gioco, così da incoraggiare la partecipazione attiva degli studenti e rendere l’esperienza di apprendimento più piacevole. Questo metodo può essere applicato in vari contesti educativi, dalle aule tradizionali ai corsi online, e in diverse materie e fasce di età.

Il Microlearning, infine, è uno strumento educativo che prevede la distribuzione di contenuti in unità piccole e mirate. È progettato per fornire agli studenti raffiche di informazioni o attività di apprendimento rapide e facilmente digeribili che possono essere consumate rapidamente e comodamente, mirando a rendere l’apprendimento più accessibile, coinvolgente ed efficace. Ogni modulo o unità di microlearning copre un argomento o un obiettivo di apprendimento specifico e ben definito in pochi minuti o meno, ciascuno progettato per fornire un’informazione o una competenza specifica. Il metodo può incorporare vari elementi multimediali e può essere applicato a una grande varietà di argomenti.

L’implementazione di queste metodologie richiede un ruolo attivo dell’insegnante come facilitatore del processo di apprendimento, guidando, assistendo e gestendo efficacemente le discussioni tra gli studenti. L’adozione di strumenti digitali può potenziare questi metodi, permettendo alle nuove generazioni di navigare con sicurezza in un mondo sempre più mediatico e tecnologico.

Il ruolo delle nuove tecnologie

In un’epoca definita dall’onnipresenza digitale, la necessità di integrare la tecnologia nell’educazione prescolare emerge con forza sempre maggiore. La crescente digitalizzazione della società non solo modifica il modo in cui interagiamo e accediamo alle informazioni, ma pone anche nuove sfide e opportunità nell’ambito dell’educazione dei bambini in età prescolare. L’introduzione delle nuove tecnologie nell’ambito educativo ha aperto orizzonti senza precedenti per l’apprendimento, offrendo strumenti innovativi che possono trasformare l’esperienza educativa.

Uno studio del 2019 pubblicato su “Early Childhood Education Journal” sottolinea come l’introduzione precoce alla tecnologia, se guidata e intenzionale, può favorire lo sviluppo di abilità cruciali nei bambini piccoli, tra cui il pensiero critico, la creatività e le competenze digitali. Questo riconoscimento apre la strada a un dibattito più ampio sull’equilibrio tra tecnologia e metodologie educative tradizionali, evidenziando l’importanza di una pedagogia che si adatti ai cambiamenti del nostro tempo senza perdere di vista i valori educativi fondamentali.

Contrariamente all’idea che la tecnologia possa isolare i bambini, l’uso guidato e intenzionale di strumenti digitali può favorire l’interazione sociale e la collaborazione. Piattaforme di apprendimento collaborativo, giochi educativi online e progetti di classe basati sulle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) possono stimolare il lavoro di squadra, la comunicazione e lo sviluppo di abilità sociali, arricchendo l’esperienza educativa complessiva.

Tra gli aspetti più promettenti dell’integrazione della tecnologia nell’educazione prescolare c’è anche la capacità di personalizzare l’esperienza di apprendimento per rispondere alle esigenze individuali dei bambini. Attraverso l’uso di software educativi e app, gli educatori possono offrire percorsi didattici adattati ai diversi stili di apprendimento, interessi e livelli di competenza, promuovendo un’esperienza educativa più coinvolgente e efficace.

Il processo di integrazione delle nuove tecnologie nell’apprendimento presenta comunque degli ostacoli. Questi strumenti richiedono una selezione accurata basata sulla valutazione della loro qualità, della pertinenza con i percorsi formativi e dell’impatto educativo. È fondamentale scegliere strumenti e risorse che siano non solo coinvolgenti ma anche sicuri, accessibili e in linea con gli obiettivi di apprendimento. Inoltre, l’integrazione efficace di queste tecnologie nell’insegnamento dovrebbe essere accompagnata da strategie che favoriscano un equilibrio tra attività digitali e esperienze offline, assicurando che la tecnologia arricchisca l’apprendimento senza sostituire le interazioni umane e l’esplorazione del mondo reale.

Le ricerche indicano che uno degli aspetti più critici riguarda la formazione degli insegnanti e la disponibilità di risorse adeguate nelle scuole. Un rapporto dell’OECD (2019) evidenzia che, nonostante l’aumento dell’accesso alla tecnologia nelle aule, molti insegnanti si sentono ancora impreparati a integrare efficacemente gli strumenti digitali nell’insegnamento. Questo gap di competenze richiede un impegno significativo in termini di formazione professionale e di sviluppo di materiali didattici che possano effettivamente arricchire l’esperienza educativa dei bambini.

L’alfabetizzazione digitale non serve solo agli insegnanti ma anche agli studenti e alle loro famiglie. La formazione su temi come la privacy, l’identità digitale e il comportamento etico online è fondamentale. Questo lavoro va fatto da un lato nelle classi, con lezioni di cittadinanza digitale, dall’altro con workshop e sessioni informative rivolte ai genitori, in modo che gli studenti possano essere seguiti anche al di fuori del contesto scolastico. Educatori e famiglie possono collaborare con strategie condivise, formazione condivisa e iniziative di supporto, creando l’ambiente ideale per la sicurezza, il benessere e la formazione degli studenti.

Anche la questione dell’equità nell’accesso alla tecnologia è cruciale. In un articolo uscito nel 2020 sul “Journal of Information Technology Education” sono state messe in luce le disparità esistenti nell’accesso e nell’utilizzo delle risorse digitali tra diversi contesti socio-economici. L’articolo spiega che queste differenze possono incidere profondamente sulle opportunità educative offerte ai bambini, evidenziando la necessità di politiche mirate a garantire che tutti gli studenti, indipendentemente dal loro background, possano beneficiare delle potenzialità educative della tecnologia.

Conclusioni

Abbiamo visto come le metodologie interattive possono incoraggiare un apprendimento attivo e partecipativo. Queste strategie, supportate da un uso consapevole della tecnologia, permettono ai bambini di diventare non solo consumatori di contenuti digitali, ma individui consapevoli, creativi e dotati di senso critico. L’adozione mirata delle nuove tecnologie nell’educazione prescolare rappresenta una frontiera promettente per arricchire l’esperienza di apprendimento. Tuttavia, è cruciale che tale integrazione sia guidata da una riflessione pedagogica approfondita, con l’obiettivo di promuovere un insegnamento significativo e inclusivo. Gli educatori, collaborando strettamente con i genitori e gli sviluppatori di tecnologie educative, possono svolgere un ruolo chiave nel navigare questo paesaggio in evoluzione, garantendo che le tecnologie vengano utilizzate a beneficio dello sviluppo sociale e intellettuale degli studenti. Attraverso la continua ricerca e sperimentazione possiamo aspirare a un futuro in cui ogni bambino abbia accesso a un’educazione arricchita, personalizzata e profondamente coinvolgente, preparandoli efficacemente alle sfide del 21° secolo.

Per approfondire
  • Early Childhood Education Journal (2019). “The Role of Technology in Early Childhood Education: A Review of the Literature”.
  • OECD (2019). “Teaching and Learning International Survey (TALIS) 2018 Results”.
  • Journal of Information Technology Education (2020). “Digital Divide and Educational Equity: A Look at Students with Very Limited Access to Electronic Devices at Home”.
  • Training Material for Preschool & Kindergarten Teachers from DiCE Project